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Laboratorio di 8 incontri 
in una III classe della Scuola Secondaria di Primo Grado
  
Nell’anno scolastico 2011-12 ho lavorato in una classe III di una scuola secondaria di primo grado. Il gruppo classe era composto da 25 ragazzi con varie difficoltà sia relazionali che di rendimento scolastico.
I nostri primi incontri sono iniziati con momenti di conoscenza e di condivisione in cui i ragazzi hanno appreso gli esercizi di base della kinesiologia e hanno imparato l'autotest o test in auto-osservazione per utilizzare in autonomia alcuni esercizi del Brain Gym. Lo scopo iniziale dei laboratori era quello di favorire l'ascolto dei bisogni, favorire l'attivazione delle capacità e dei talenti e prendere coscienza dei propri stati d'animo.
Gli esercizi proposti all’inizio di ogni incontro erano 4:
Bere Acqua
I bottoni del Cervello
il Cross Crawl
i Contatti Crociati.
Questa sequenza, chiamata P.A.C.E., aiuta a ristabilire l’equilibrio necessario prima di iniziare un’attività che richiede concentrazione, lucidità, buona capacità di ascolto e di elaborazione (nuova materia, verifica, interrogazione, situazione nuova).
Il nostro passo per un apprendimento integrato: Positivo Attivo Chiaro Energetico!
Abbiamo lavorato insieme sul raggiungimento di un obiettivo legato alla fiducia e ho insegnato loro gli esercizi che venivano scelti attraverso l’autotest.

Il terzo incontro, però… è stato diverso!
Qualche giorno prima del mio arrivo si erano verificati episodi di forti tensioni, che avevano portato a scontri anche fisici. I ragazzi avevano bisogno di chiarirsi e trovare nuove strategie di relazione. Erano in conflitto tra loro, divisi, pieni di collera e di sensi di colpa.
Nessuno aveva voglia di raccontare l’accaduto… per altro ancora oggi continuo a non conoscerne i dettagli… ma questo è stato il punto di forza.
La tensione e la preoccupazione era forte e anche loro si rendevano conto che non era possibile lavorare insieme con premesse di quel tipo. Tutti quanti erano disponibili a fare il possibile per trasformare la situazione e mi hanno concesso la fiducia necessaria per poterli guidare.

Ho proposto di cercare insieme le soluzioni scrivendole su di un grande foglio e dando ad ogni soluzione un ordine di priorità.
E così abbiamo iniziato il nostro lavoro.
Punto per punto, nell’ordine che loro avevano dato, vi racconto la sequenza esattamente come l’abbiamo vissuta insieme!

1) Ci mettiamo sullo stesso piano
Per prima cosa abbiamo utilizzato un esercizio di Brain Gym®: i punti positivi.
Attraverso un momento di ascolto interiore la classe ha potuto percepire le sensazioni e le emozioni che stavano vivendo in quel momento. Qualcuno disse di sentire dentro di sè la parola: “SCUSA”, qualcuno la vide davanti o se ne senti circondato, quasi tutti provarono l'esigenza di doversi riappacificare con il gruppo.

Abbiamo scritto SCUSA sul cartellone e l'abbiamo detta ad alta voce. Lo scambio di scuse non ha risolto le tensioni, ma ha aperto la disponibilità al confronto e alla voglia di proseguire al punto 2 e 3.

2) Onestà 
3) Libertà di essere
Abbiamo deciso insieme di accorpare i due punti perchè i ragazzi sostennero essere legati tra loro.
Provarono a raccontare i loro dubbi, le debolezze o le arrabbiature, i sensi di colpa. I toni sono sempre stati pacati e anche se rimanevano dei grossi punti di tensione si sentirono nel complesso liberi di potersi esprimere e soprattutto aperti all’ascolto senza giudizio degli altri.

Dopo aver condiviso le esperienze vissute fino a quel momento, ci siamo salutati con gli animi più distesi, in attesa di continuare il lavoro la volta seguente. La classe si era sentita rassicurata. Era neccessario un momento di condivisione.


Tre giorni dopo!
Riprendiamo il lavoro
Facciamo gli eserci di base “PACE” e ci raccontiamo come stiamo.
Erano  tutti più distesi e molto felici di portare a termine questo lavoro.

4) Bisogno di aiuto
Secondo loro continuava a non essere necessario... quindi siamo passati oltre.

5) Idea comune
Con "idea comune" avevamo indicato uno spazio, un territorio, un modo di pensare comune; doveva essere un posto fisico dove tutti dovevano sentirsi al sicuro e tutti sullo stesso piano.
Eravamo in una stanza vuota così chiedo loro di prendere ciascuno una sedia e di formare con queste un cerchio. Ognuno si è sistemato in piedi all'esterno del cerchio ad una passo dalla loro sedia.

Abbiamo iniziato utilizzando un esercizio di Vision Gym: Le biglie.
Ad occhi chiusi ho chiesto loro di immaginare delle biglie che dalla testa scendono come in una pista immaginaria fino ai piedi, passando in modo circolare dentro tutto il loro corpo.
Ho chiesto loro anche di mettere in queste biglie tutti i rimproveri, le punizioni, i sensi di colpa e le rabbie che in quei giorni hanno riempito i loro cuori.
Abbiamo cercato così di lasciare andare a terra tutte le emozioni non costruttive, per non portarle nel cerchio ed entrarci liberi da pensieri che non ci avrebbero permesso, in quel momento, di progredire.
Li ho guidati in questo percorso interiore, con l'aiuto del metodo Resseguier, soffermandomi su chi è più in difficoltà.
Quando tutti sono stati pronti, hanno preso posto sulle sedie nel cerchio.
Io e Susanna, l’insegnante, siamo rimaste fuori dal cerchio.

Rimanevano 3 punti
6) Parlarsi
7) Comprendersi
8) Chiarirsi

I ragazzi hanno deciso di unire questi punti strettamente collegati tra di loro.

Volevano provare un dialogo di botta e risposta, ma parlarsi direttamente continuava ad essere difficile, e si sentivano imbarazzati. Così ho suggerito di cominciare con la parola SCUSA che era uscita durante il lavoro di partenza. A tutti è piaciuta l’idea e hanno deciso di iniziare.

Ci siamo messi in ascolto e loro hanno osservato come si percepivano in relazione alla parola SCUSA. Hanno avuto l’impressione che la parola aleggi nel cerchio, qualcuno l'ha sentita fermarsi su di sè, qualcuno l'ha respinta.

Un ragazza si è sentita in difficoltà, le sembrava di dover ricevere delle scuse direttamente da qualcuno. Non diceva da chi, ma cogliendo il gruppetto di ragazzi da cui dovrebbero arrivare le scuse, ho chiesto a tutta la classe di aiutare l’angolo del cerchio implicato. Le sensazioni cambiavano, le ragazze coinvolte in questo lavoro capivano cosa fare e entravano velocemente in una relazione percettiva e visiva con la ragazza che ha chiesto aiuto.
All’inizio fu come se le ragazze fossero su di un piano diverso, c'era forte tensione, ci furono accuse e rabbia che non vennero però espresse verbalmente. Abbiamo portato l’attenzione alle sensazioni di tensione o pensantezza a livello fisico e piano piano le cose sono cambiate, tutti avvertirono i cambiamenti e anche la ragazza che aveva richiesto le scuse si è sentita meglio.

Il lavoro torna sul gruppo e ognuno ha potuto spiegare come aveva vissuto questa trasformazione.
L’atmosfera era buona. Rimaneva in loro il sospetto che farsi capire dagli altri fosse difficile poichè spesso il linguaggio non è comune. Erano però certi di aver raggiunto un nuovo livello di relazione che permetteva di progredire verso nuovi livelli di consapevolezza della relazione con gli altri compagni.

Abbiamo chiuso il lavoro...  la classe ancora in cerchio si è applaudita di cuore, felice di ciò che era stato raggiunto.

Sono stati bravissimi!

Gli obiettivi del progetto

Questo percorso di sostegno e aiuto nelle dinamiche relazionali dei gruppi classe, attraverso l’utilizzo di strumenti kinesiologici, è utile a migliorare la relazione tra i ragazzi e le ragazze e quindi la concentrazione e l’attenzione.
Un clima di confort nell’ambiente scolastico e una maggiore coesione tra i ragazzi può migliorare il rendimento nelle varie fasi dell’apprendimento.

Gli obiettivi di questo progetto realizzato in collaborazione con l’insegnante referente erano:
  1. Imparare a ristabilire uno stato di concentrazione necessaria con l’utilizzo di semplici esercizi.
  2. Abbassare i livelli di tensione e di agitazione durante le lezioni e ristabilire la calma 
  3. Aumentare l’autostima attraverso la consapevolezza, l’ascolto e la percezione corporea.
  4. Sperimentare con le insegnanti gli esercizi che si potranno usare regolarmente durante le lezioni.
  5. Sperimentare la possibilità di cambiare i propri schemi mentali con l’aiuto di semplici esercizi.
  6. Percepire come un atteggiamento reso positivo da una maggiore integrazione emisferica influisca sull’apprendimento e sullo svolgimento delle varie prove scolastiche.
  7. Fornire al gruppo classe gli strumenti che i ragazzi e le ragazze potranno autonomamente utilizzare singolarmente o in gruppo in momenti di difficoltà.

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