Rimodellazione della Lateralità di Paul Dennison - applicazione nello sport

Rimodellazione Dennison
Esempio di applicazione nello sport 

“L’intenzione della Rimodellazione della Lateralità di Dennison è di cambiare lo sforzo in un  movimento automatico e il movimento riflesso in una scelta consapevole.”

Il Brain Gym® offre strumenti che lavorano per ristabilire equilibrio in tre dimensioni specifiche.

Queste “Tre dimensioni” definiscono una precisa interazione dell’organismo con lo spazio e corrispondono alle tre direzione nelle quali il corpo umano si muove: avanti e indietro, lateralmente e su e giù.
La prima è la dimensione della Lateralità (collegamento tra i due emisferi), dell’integrazione emisferica e della comunicazione e tocca tutte quelle abilità relative alla motricità fine e al campo di azione prossimo (scrittura, lettura, ascolto).
La seconda è la dimensione della Centratura (zona del cervello coinvolta: sistema limbico – Corteccia prefrontale) legata alla percezione emotiva.
La terza è la dimensione della Focalizzazione (zona del cervello coinvolta: Corteccia cerebrale – Tronco Cerebrale) e lavora invece sulla motricità grossa, sulla percezione degli schemi, su di un sistema di attenzione e consapevolezza percettiva.

Nel 1981 Paul Dennison ha inventato una procedura conosciuta come Rimodellazione della lateralità di Dennison, creando il termine “rimodellazione”, che significa un ritorno al modello naturale integrato impresso idealmente nel sistema nervoso infantile durante le esperienze motorie ottimali in posizione eretta.

Ad esempio, quando un bambino gattona sul pavimento, le sue azioni coinvolgono i movimenti sia
della parte sinistra che della parte destra del corpo, implicando l’uso sia dell’emisfero cerebrale destro che di quello sinistro contemporaneamente. L’attività del gattonare nello sviluppo umano è fondamentale per la crescita, per l’apprendimento e per il pieno sviluppo delle funzioni sensoriali.
Questi movimenti bi-laterali aiutano a costruire le capacità che permettono un completo accesso uditivo, visivo e propriocettivo per entrambi i lati del corpo; per molte persone lo stress ha interrotto lo sviluppo del modello bi-laterale e il corpo poi compensa questa interruzione con modelli inefficienti di movimento, percezione e apprendimento.

L’essere umano, è concepito per possedere sia un integrazione bilaterale che una specializzazione monolaterale; la nostra specie è evoluta nel senso della bilateralità per la maggior parte dei movimenti; se noi funzioniamo troppo in una sola parte mettiamo il nostro sistema sotto stress.

Se non abbiamo sperimentato pienamente i riflessi uni-laterali nella prima infanzia per poi progredire oltre, tendiamo per il resto della nostra vita a mantenerci in modelli di movimenti inefficienti e compensatori appoggiandoci inconsciamente ad un funzionamento uni-laterale.

Procedura tecnica
Le tappe
Movimento incrociato canticchiando e guardando in alto a sinistra: stimola simultaneamente la corteccia senso-motoria in collaborazione con il cerebellum del tronco cerebrale per una migliore percezione del movimento tridimensionale. Emettendo un suono monotono gutturale mentre si pratica il movimento si attiva l’emisfero Gestalt e si inibiscono le funzioni analitiche del cervello, sostenendo così un movimento più ritmico e automatico (ancorare marcia alta).
  1. Movimento monolaterale contando e guardando in basso a destra: facendo questo movimento si accede ad uno stato primitivo dell’ evoluzione e si integra il modello dei riflessi primitivi predisponendo questa modalità per un uso intenzionale. Il contare ci fa accedere  alle funzioni analitiche. Guardare il basso attiva la corteccia senso-motoria per l’analisi o la sintesi (ancorare marcia bassa).
  2. Metafora di integrazione: congiungere le dita delle mani per qualche secondo, respirando profondamente (ancorare marcia alta).
  3. Movimento incrociato guardando il tutte le direzioni: per permettere l’accesso a tutti e due gli emisferi (ancorare marcia alta).
  4. Movimenti monolaterali guardando in tutte  le direzioni (marcia bassa).
  5. Movimenti incrociati pensando ad una X (marcia alta).
 Il bilanciamento per la “Rimodellazione” si esegue:
  • All’interno del bilanciamento “Riequilibrio d’ azione per i movimenti del corpo”.
  • Su soggetti che sono incapaci o eseguono con difficoltà i movimenti incrociati.
  • È particolarmente indicata in ambito sportivo (con un obbiettivo specifico che riguarda un tipo di movimento o di gesto tecnico).


Esempio pratico
Data: Settembre 2011
Test eseguiti su 17 ragazzi di 14 anni (squadra di calcio “Affrico” di Firenze).

Procedimento: lavoro singolo; la seduta durava 30-40 minuti ed ho eseguito a tutti i ragazzi la rimodellazione.

Motivo: questa scelta è stata dettata dal fatto che il mio obbiettivo principale era riuscire a trasformare i movimenti impegnativi di stretching e i durissimi allenamenti da me impostati in movimenti consci eseguiti con  consapevolezza.

Obbiettivo: Diminuire infortuni  

La seduta era così strutturata: 
Eseguivo la rimodellazione della lateralità:
  1. Ho utilizzato per tutti lo stesso tema: allenamento ottimale; ad ognuno ho chiesto nello specifico che cosa intendeva e voleva per il suo corpo durante gli allenamenti che avremo fatto da quel momento alla prima partita di campionato (circa 15 giorni dopo); ho chiesto anche quali erano le aspettative appuntandole; alcuni soggetti non avevano parole e gli facevo immaginare di essere in campo pronti per l’ allenamento.
  2. Test preliminari; solo 5 casi su 17 rispondevano “marcia alta” movimenti incrociati e x e “marcia bassa” movimenti monolaterali e II; ho comunque eseguito a tutti i soggetti la rimodellazione per evitare che alcuni ragazzi avessero un trattamento diverso.
  3. Ho eseguito i sei punti del procedimento (Azioni di bilanciamento per rimodellare la lateralità) badando bene che avvenisse l’ancoraggio desiderato, altrimenti ripetevo il punto uno o li facevo bere. Con tre soggetti ho incontrato difficoltà e il passaggio che ho utilizzato, per capire se erano marcia alta o marcia bassa, era di chiedergli, dopo averli testati, se si sentivano più forti a fare movimenti incrociati o movimenti monolaterali; in tutti i casi la risposta è stata che si sentivano più forti nei movimenti incrociati.
  4. Ho eseguito i test posteriori che sono risultati  tutti regolari.
  5. Ho completato con alcuni movimenti incrociati marcia alta riprendendo le parole o ritornando alla sensazione del punto 1.
  6. Celebrato con un abbraccio o una pacca sulla spalla! Generalmente ho sempre dato consigli personalizzati ai ragazzi che potevano riguardare atteggiamenti in campo e fuori dal campo su cui lavorare.


Dall’esperienza è emerso un fatto che a mio avviso è importante; c’è stato solo un infortunio grave dovuto ad uno scontro di gioco; il soggetto era tra i pochi che ancora non ero riuscito a bilanciare.

                                                                                                          
                                                                                                           Niccolò Poli
                                                                                                           22/11/2011

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